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Leggende:
Com'è nata la neve in Carnia
di Renzo Balzan
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Tutti in Carnia lo sanno, almeno quelli che abitano nel Canale di Gorto, che la montagna chiamata Crostis è una delle più ricche di leggende.
A Collina, Givigliana, a Tualis e a Salars se ne possono ascoltare più d'una.
Sul monte Tenchia si riuniscono in convegno e ballano le streghe, come del resto si sapeva anche prima che lo scrivesse la Percoto e che il Carducci lo cantasse nelle sue poesie; ma che sul monte Crostis fosse nata la neve, crediamo che siano davvero pochi a saperlo.
Racconta questa leggenda che si era alla fine del mese di marzo, e che i primi segni della primavera cominciavano già a farsi sentire.
Cominciò d'un tratto a fuoriuscire un leggero vapore dalla terra, che si alzava sempre più in alto, fino ad arrivare a ricoprire i fiumi, i laghi, le pianure, i boschi e il monte Crostis.
E più il tempo passava, più si faceva tutto bianco.
Un bianco sempre più denso. così ogni cosa venne circondata e avvolta da quello che era ormai diventato una sorte di mare di nebbia candida.
Ma ecco che a un certo punto venne fuori una pecora che andò su per la salita di Tualis, attraversò il bosco e svelta come un capriolo corse sulla cresta della montagna fino su all'ultima cima, poi con un grande salto arrivò su nel cielo. Dietro di lei arrivò una seconda, e una terza, e dieci e cinquanta e cento...
Allora sugli infiniti prati dal cielo iniziò una gara, vivace e graziosa.
Le pecore correvano leggere una più dell'altra e gli angeli volavano loro attorno e cercavano di fermarle afferrandole per i riccioli del loro vello di lana.
Ma le pecore si liberavano, lasciando tra le mani degli angeli i boccoli del loro soffice mantello.
A un certo punto arrivò anche il vento ad unirsi a questa specie di gioco.
La lana sfilacciata leggera dondolava nel vento, rilucendo al sole che stava salendo dietro le cime. Giravano attorno a se stessi i fiocchi candidi in una danza leggera, si alzavano su in alto e poi piano piano venivano giù, venivano giù...
La nevicata è andata avanti fitta, fitta, per tutta la notte, poi alle prime luci dell'alba la nuvola cominciò ad aprirsi e sotto la luce incerta del primo mattino la terra mostrò i monti coperti dal bianco mantello.
A questa vista rise appagato perfino il sole che si alzava sul monte Crostis, come per una stregoneria che era riuscita bene.